giovedì 3 dicembre 2009

Shalom Auslander, Il lamento del prepuzio, Guanda, 2009


C'era una volta un signore tanto potente quanto stronzo che un giorno si svegliò e decise che avrebbe creato qualcosa, visto che i mattoncini della lego non gli bastavano più e non riusciva a sfogare tutta la sua vena sadica su innocenti bamboline di pezza. Quindi patapuffete ecco qui il mondo, i mari, gli animali e (ahi noi) l'uomo. In sintesi. Ecco come la pensa l'autore del libro, Shalom Auslander, che riesce a condensare in più di 250 pagine la spiegazione della formazione del mondo, una descrizione dettagliata del carattere di dio e dei suoi “trucchetti”, la sua biografia, un'analisi della società ebraica statunitense e un'immensa mole di sghignazzi, divertiti se il lettore in questione ha una qualche difficoltà a immaginarsi dio, oppure dolorosi se il lettore è particolarmente legato alla Torah, o alla Bibbia, o al Corano.
Il libro potrebbe sottotitolarsi Requisitoria contro Dio da parte di un suo devoto figlio. Parrebbe un paradosso, ma addentrandosi nel libro si comprende perfettamente: l'io narrante è un credente, è seriamente convinto che Dio governi il mondo con il suo sadico volere(non dimentichiamoci che Auslander è un fedele dell'Ebraismo). Allo stesso tempo però sin dalla sua infanzia il protagonista cerca di ribellarsi: mangiando non kosher durante lo Shabbat (per poi chiedere perdono e purgarsi negli Shabbat successivi), usando giornaletti pornografici (per poi bruciarli tutti in un rogo espiatorio), oppure minacciando Dio e scendendo a patti con lui pur di fa vincere la sua squadra, i Rangers (per poi camminare per 20 chilometri per raggiungere il Madison Square Garden e seguire una partita dei Ranger perché è Shabbat, e di Shabbat non ci si può spostare se non a piedi. Poi però succede che i Rangers perdono, perché Dio è stronzo. O forse perché non si sono seguiti a dovere le Sue leggi). Insomma un continuo oscillare tra i "vaffanculo Dio" con tanto di dito medio alzato e ghigni e il timore che Lui per vendicarsi uccida moglie e figlio.
Ecco una citazione tratta dall'ultimo capitolo:

“Ho scoperto che c'è una cosa su cui la maggior parte delle persone religiose si trova d'accordo, che si tratti di ebrei, cristiani o musulmani, ed è che se dopo le presentazioni inizi con loro una breve conversazione e dici per esempio: “Dio è uno stronzo” tendono a reagire male.
Cosa che io trovo sorprendente.
Perché sono loro che me l'hanno detto. Mi hanno raccontato tutto di Lui: le inondazioni, le statue di sale, le uccisioni, i massacri; che Lui è facile all'ira eppure pieno di misericordia, che è superbo ma indulgente, che perde le eterne staffe con regolarità preoccupante... insomma che, in soldoni, è uno stronzo. E io ci ho creduto. Ci credo ancora. Quindi, Dio, ti prego, non uccidere mia moglie a causa di questo libro. Non uccidere mio figlio e non uccidere i miei cani”

Di solito scanso i libri in cui Dio sia un personaggio (o un protagonista) ma questo libro mi sento di consigliarlo. Ci si scompiscia dalle risate, alla faccia di Dio e degli ortodossi.

(….ma forse dovrei cancellare quest'ultima frase...?)

3 commenti:

  1. non dire niente che recenzioni eh?
    Giro! :)

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  2. Non sembra male, me lo consiglieresti come antidoto al buonismo natalizio?! :)

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  3. kach, o dulcinana, mi ha consigliato il vostro sito. vi posto la recenzione che ho fatto del "prepuzietto" per un giornale...



    “Ho scoperto che c’è una cosa su cui la maggior parte delle persone religiose si trova d’accordo, che si tratti di ebrei, cristiani o musulmani, ed è che se dopo le presentazioni inizi una breve conversazione e dici per esempio: “Dio è uno stronzo” tendono a reagire male.
    Cosa che io trovo sorprendente.
    Perché sono loro che me l’hanno detto. Mi hanno raccontato tutto di lui: le inondazioni, le statue di sale, le uccisioni, i massacri; che Lui è facile all’ira eppure pieno di misericordia, che è superbo ma indulgente, che perde le eterne staffe con regolarità preoccupante…insomma che in soldoni è uno stronzo. E io ci ho creduto. Ci credo ancora. Quindi Dio, ti prego, non uccidere mia moglie a causa di questo libro. Non uccidere mio figlio e non uccidere i miei cani (…).Dopotutto è solo un libro, cazzo.
    Scusa.”

    Shalom Auslander è cresciuto in una comunità ebrea ortodossa nello stato di New York e all’età di otto anni ha già imparato dodici nomi diversi per chiamare Dio, senza contare Quello che non deve mai essere pronunciato. Partecipa diligentemente alle gare di Benedizioni Celesti indette dal rabbino Khan e recita a memoria tutte le formule di base per il cibo, comprese mezonos e shehakol per gli spaghetti con le polpette. Per assecondare l’isteria di sua madre e la furia alcolica di suo padre si improvvisa imitatore di Nixon, rispetta lo Shabbat e non fa più di quattro passi senza la yarmulke sul capo per non commettere peccato mortale. Questo fino al momento in cui, durante la storia di Adamo ed Eva, Shalom non scopre che il Guardiano del Mondo è anche Nostro Padre che è nei Cieli. Rabbrividendo quel giorno si chiede se anche Lui giri per casa in mutande e abbia il pugno grosso come una casa.
    A partire da questo momento Shalom bambino inizia un dialogo personale con Dio fatto di sfide, gestacci, preghiere e assoluzioni, che sfocerà nella divertente paranoia del “pick-and-roll” divino del Shalom adulto. Tra riti scaramantici per le vittorie degli Yankees da una parte e i bluff a poker del Signore dall’altra, il confronto impari tra i due raggiunge il suo momento cruciale quando l’ uomo e la moglie Orli devono decidere se far circoncidere o meno loro figlio.
    Sebbene sia meglio non provocarLo, Shalom Auslander mette in gioco tutta la sua umanità sulla scacchiera di Dio, cosciente che il rischio di uno scacco matto Supremo potrebbe essere più che probabile. Sarebbe proprio da Lui.

    Per il momento Shalom è salvo e sembra che persino alcune importanti testate giornalistiche osino sfidare la rabbia del Dio degli Ebrei: il New York Times, incurante del pericolo, evidenzia che “trattare con umorismo e spietata ironia i temi più personali non è da tutti”, mentre il Los Angeles Times bypassa il Giudizio Universale sostenendo che Auslander sia da annoverare tra quegli “scrittori del calibro di Groucho Marx, outsider che incidono la società con il bisturi dell’ironia per evidenziarne l’aspetto ridicolo”.
    Pertanto se l’hanno fatto loro, cari lettori di Schegge, rischio anch’io la mia incolumità consigliandovi caldamente questo libro irriverente, infatti “questo libro probabilmente farà arrabbiare Dio, ma io mi sono divertito moltissimo” [Tom Perrotta]. E come lui anche io. Buona lettura! C.S

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